I risseu, non sono solo ciottoli

I ciottoli per creare il mosaico

La storia dei risseu¹ e in particolare modo di quello che oggi si trova nel cortile di Palazzo Reale, è stata raccontata con dettagli tecnici ed interessanti curiosità “dall’artigiano” Gabriele Gelatti. Tutto è stato possibile grazie all’interessamento di Jérôme Luc Muniglia Giustiniani che ha organizzato, oggi dodici maggio 2018, questo incontro con il valente restauratore genovese. Questo appuntamento si inserisce nel progetto di scambi culturali con Chio, che insieme ad altri luoghi d’oltremare, possiede dei risseu genovesi.

Un amore per i ciottoli che Gelatti ci ha fatto sentire quando ha raccontato – con passione e dovizia di particolari storici e tecnici – la storia di questo risseu. Un amore che non si presenta solamente durante il lavoro di restauratore – ci confida Gabriele – ma anche quando, seduto sul bagnasciuga, non può resistere a prendere in mano un ciottolo di mare e immaginarlo in qualche collocazione artistica.

¹Risseu: “ciottolo” in lingua genovese

Gabriele Gelatti

Un sacco di ciottoli

Un sacco, anzi parecchi sacchi furono usati per trasportare, qui a Palazzo Reale, l’originale risseu del XVII secolo, proveniente dal distrutto convento delle monache Turchine. In questo modo, imbarazzante agli occhi di chi ama le opere d’arte, arrivarono i ciottoli, ma grazie all’opera di Armando Porta – probabilmente senza il supporto di un disegno da utilizzare come traccia – fu ricostruito così come lo vediamo oggi.

Ricollocare i ciottoli che si sono staccati è la parte principale del restauro, ma anche altri lavori sono necessari per riconsegnare questo mosaico al vecchio splendore.

Nel riquadro una parte del mosaico mancante di ciottoli

Inginocchiato sui ciottoli, non solo per esigenza di lavoro, ma anche come un atto di rispetto verso l’opera sottostante; Gelatti chino a togliere alcune piccole pietre, cadute tra un ciottolo e l’altro a disturbare, non solo visivamente, il giusto disegno. Chino – purtroppo – per togliere anche le moderne gomme da masticare.

Ciò che è, non è ciò che era!

Gelatti ha indicato come le diverse tipologie di ciottoli, diverse non solo per il loro colore, ma anche per la loro conformazione chimica, hanno la giusta collocazione in questa opera, diversamente da quelli di marmo che purtroppo, anche questi (in parte), sono stati usati! Ha svelato che nel convento alcune figure avevano diversa collocazione all’interno del perimetro del risseu. Il cane bianco il cui manto al convento era variegato con piccole chiazze scure, quando è stato ricostruito qui a Palazzo Reale, misteriosamente le ha perse. Queste sono alcune delle tante diversità dal mosaico originale che Gabriele ha riscontrato durante il suo lavoro, ma non le sveliamo tutte, lasciamo che finisca il suo lavoro certosino e alla fine sicuramente pubblicherà un resoconto sul suo restauro.

Animali per tutti i gusti

Animali fantastici, da cortile, docili, feroci, liberi di muoversi o in catene come l’ippopotamo, questo mosaico ne è pieno. Troviamo quelli che la mitologia ci ha descritto attraverso i suoi poemi, come il cavallo marino che Gelatti ne ha trovato uno di similare nella “Monstrorum Historia” di Ulisse Aldrovandi.²

² Ulisse Aldrovandi è stato un naturalista, botanico ed entomologo italiano, realizzatore di uno dei primi musei di storia naturale

L’ippopotamo incatenato
Il Cavallo marino
Il cavallo marino nella “Monstrorum Historia” di Ulisse Aldrovandi

Ci sono gli animali da cortile come il gallo, i muli guidati da un contadino che vediamo arrancare su una salita; lì vicino si può vedere un mulino e chissà se l’autore di quel tempo ha voluto ritrarre, per esempio, quello di salita delle Fieschine, che troviamo menzionato in una cronaca del 1882.

Il mulino delle Fieschine (Il Caffaro 11 giugno 1882)

Nell’area di lavoro, sotto i teloni pieni di ciottoli pronti per essere riposizionati, vediamo una scena bucolica e più sopra una barca con due personaggi. Come non si può ammirare la testa del pavone, i ciottoli scuri che seguendo la curva del suo collo danno un vorticoso movimento a tutta la scena.

I muli e il mulino
Un fiero pavone
La testa del pavone

Anche i raggi del sole sembrano muoversi davanti al becco di un grosso uccello.

Il sole e il grosso uccello
Gelatti mentre spiega i dettagli del mosaico

Il leone con la sua preda

Tutti ad ammirare l’elefante e la scimmia

Verdi, bianchi, rossi, gialli sono i ciottoli del risseu di Palazzo Reale.

Un particolare della fontana con ciottoli di diversi colori

Le rocce là in alto si frantumano in mille pezzi più piccoli, poi rotolano nei ruscelli, durante il loro viaggio a valle, un pò meno aguzzi. Qualche volta si fermano nel greto nei periodi di secca, poi con il fiume in piena riprendono il loro cammino con forme sempre più arrotondate. Quando  finalmente arrivano in riva al mare sono ormai ciottoli. Sono i ciottoli del Bisagno, del Polcevera, i ciottoli rossicci delle spiagge di Bonassola. Sono i ciottoli del Risseu di palazzo Reale.

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