Centoventi anni fa nasceva il quotidiano “Il Lavoro”

Centoventi anni fa nasceva il quotidiano “Il Lavoro”. Ci sarebbe tanto da scrivere di questo quotidiano – dove tra l’altro iniziò la mia esperienza lavorativa – ma ho voluto riportare, qui di seguito, alcuni momenti tragici che videro il quotidiano genovese “finire sulle pagine dei giornali”.

I pithecantropi moderni, una velata descrizione del fascismo nel 1922

Marco Spada, nom de plume di Alessandro Sacheri scrisse, nel giugno del 1922, un articolo titolandolo “Hesperopithecus”. L’articolo partiva da una scoperta fatta negli Stati Uniti, precisamente nel Nebraska dove un paleontologo, il professor Henry Fairfield Osborn, partendo da un dente fossile, unica prova a sue mani, descrisse l’hesperopithecus come la prima scimmia antropoide del Nord America. In seguito il dente si rivelò appartenere a un pecari, un animale simile al maiale. Tutto questa premessa del Sacheri per affermare che l’uomo, che discenda dal Pithecantropus o da questa ultima scoperta, rimane sempre di una bestialità primitiva.

Disegno di Gian Silvio Agostoni, detto Cirillo

Allora i nostri progenitori si sbranavano per la fame e per l’amore, mentre noi ci sbraniamo… Per che cosa? Antropofagi, non lo siamo più e per i begli occhi d’una donna solo per eccezione qualcuno ammazza o si ammazza. Ci ammazziamo invece perché siamo più selvaggi dell’hesperopithecus.

Questo si chiedeva il Sacheri. Ma perchè questo particolare articolo? Si trattava di sottolineare “in modo raffinato” quello che purtroppo accadeva da un po’ di mesi in Italia. A Genova, per esempio, a marzo c’era stato un assalto da parte dei fascisti alla sede del giornale “Il Lavoro”.

Ma sentiamo come continuava l’articolo:

Ma provatevi oggi ad andare per le civili strade di Bologna con una foglia rossa all’occhiello! Provatevi a passeggiare per Ferrara, manifestando una vostra qualunque opinione personale! Tentate, se ne avete il coraggio, di affermare nel Cremonese e nel Reggiano che le Camere del Lavoro sono conquiste legali e proprietà della classe operaia! Osate dire che la libertà di pensiero è sacra per tutti e che nessuno è obbligato a giurare sulle opinioni di un altro!

Improvvisamente sbucheranno da ogni parte i pithecantropi moderni a darvi addosso a colpi di rivoltella, perché nessuno è più padrone di grattarsi come vuole, di pensare come crede, di portare un emblema diverso dal loro. Ragionare? Ma la ragione è abolita e secondo la novissima giurisprudenza sta sempre dalla parte del torto.

Disegno di Gian Silvio Agostoni, detto Cirillo

E così, con buona pace del chiarissimo professore americano, noi siamo oggi al punto di diecimila anni fa, alle origini della specie.

In seguito, ad agosto, ci fu un tentativo di bruciare la sede del giornale, episodio che causò la sospensione dell’uscita del Lavoro per quasi una settimana. Il titolo che uscì alla ripresa delle pubblicazioni affermava che:

Nelle fiamme degli incendi non perisce la fede; coi colpi delle rivoltelle non si uccide il pensiero.

Una raffica di violenza  – da noi preveduta fino da giorni lontani – si è abbattuta sulla nostra città, e ha preso naturalmente di mira anche il nostro “Lavoro”: ed oggi stesso che riprendiamo le pubblicazioni non sappiamo ancora se i nuovi provvedimenti dell’autorità militare varranno a tutelare quelle elementari libertà di pensiero e di stampa, che concesse, come si legge nei manuali di terza elementare, dal “magnanimo re Carlo Alberto”, sono oggi praticamente abolite in tanta parte d’Italia.

(Continua)

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