Un’epigrafe al 669 di Staglieno, scritta da Dumas padre

Il colombario di Marguerite

Nel quotidiano Il Lavoro, dell’anno 1929, durante le mie ricerche trovai un articolo che parlava dello sbarco dei francesi a Genova nel 1859. Un resoconto scritto da un certo F.R. che inizia scrivendo: lo scrivente che ebbe la ventura di assistere ai primi sbarchi delle truppe francesi a Genova – ha creduto non privo di ogni interesse riadunare qui le fronde sparte dei suoi ricordi infantili sul grande avvenimento. Ma non è di questo che vi voglio fare cenno, ma di un personaggio che si trovava qui a Genova. Ecco quello che ho trovato nell’ultimo colonna di questo articolo e che mi ha incuriosito:

 “[…] Alessandro Dumas padre trovavasi a Genova anche prima dello sbarco delle truppe venute a combattere contro l’impero che aveva provocata la guerra. Era notata la bellezza della ancor giovane sua consorte, non madre dell’altro Dumas, già nato da unione illegittima. Era strana e arbitraria l’accusa lanciata dal Dumas al nostro Bisagno d’essere questo un fiume sterile ‘in cui scorreva in media un litro d’acqua’. L’avesse visto nei momenti del suo furore! Ma quello più intressante e il successivo paragrafo.

Un’inattesa sciagura venne a colpire l’immaginoso scopritore del tesoro di Montecristo, durante il soggiorno di Genova. Il 14 marzo 1859 venne a mancargli per apoplessia la moglie. Egli scelse a perpetuo riposo della salma un colombario nella prima galleria a destra dell’entrata laterale del Cimitero, e per Lei detto quest’epitaffio:

“A la memorie d’Ida Marguerite Dumas del la Pailleterie nee Feirrau – Dont la haute, intelligence et l’ame noble – ont laissé de traces profondes – dans la vie de ceux qui l’ont connue – Grande Artiste et femme genereuse – Elle est partie jeune et belle ancore – aimable et dovouée – elle est morte dans les sentiments del la plus haute piété – Priez pour Elle.”

Per la cronaca, altri francesi, persone comuni, vennero sepolti a Staglieno poco tempo dopo. Si trattava di soldati feriti sui campi di battaglia in Lombardia, inviati poi negli ospedali di Genova e qui deceduti.

Comunque letta la notizia misi da parte il pezzo, come tanti altri, per poi riprenderlo, quando trovate ulteriori notizie, avrei potuto integrare la notizia per un racconto più completo.

Alcuni giorni dopo al cimitero di Staglieno

Alcuni giorni dopo andai a Staglieno per trovare questo colombario, era d’inverno e il cielo nuvoloso minacciava pioggia, poi l’ora tarda e di conseguenza la poca luce nella galleria non mi aiutarono nelle ricerca di Marguerite. Misi da parte anche questa ricerca per tempi migliori.

Mesi dopo, sempre sul Il Lavoro, trovai in un altro anno, il millenovecentotrentuno, un altro articolo su Marguerite. Qui un lettore del Lavoro in occasione di una sua visita a Staglieno, per la ricorrenza della morte di Maria Mazzini, così scrisse: “[…] passando nella prima galleria a sinistra dell’ingresso, volgendo lo sguardo a sinistra, mi colpì il colombario numero 669 con una epigrafe francese che lessi attentamente.”

Si trattava del colombario di Marguerite.

Facendo riferimento a un articolo di pochi mesi prima, sempre su Il Lavoro, articolo scritto da Arturo Salucci su Dumas padre, l’attento lettore fece notare un errore del redattore. Il Salucci infatti scriveva che la salma era stata tumulata nel colombario n. 609 fino a pochi anni addietro, puntualizzando che ora il posto è occupato da un valoroso soldato morto in guerra.

Nulla di più sbagliato. Infatti il lettore nella sua lettera precisa che il colombario n. 609 è realmente occupato dalla salma di un caduto in guerra e il n. 669 contiene ancora le spoglie di Marguerite e conclude scrivendo: per l’esattezza della storia, ti prego pubblicare questa mia: e mi sottoscrivo tuo affezionato lettore. Pietro De Vincenzi.

Forse tre anni dopo la scomparsa di Marguerite Dumas passò a portarle un fiore a Staglieno, infatti abbiamo notizia che il 17 Aprile 1862 venne a Genova, ed è sempre leggendo un quotidiano, la Gazzetta di Genova, trovai questa piccola notizia che vi riporto:

“Genova 17 aprile. – Passò ieri per Genova il celebre romanziere Alessandro Dumas padre, il quale ritorna a Napoli, ove, dicesi, voglia far risorgere il suo giornale l’Indipendente.”

Tempo dopo finalmente riuscì ad individuare, avendo a questo punto le giuste collocazioni, il colombario di Marguerite e al n. 609 quello del valoroso soldato morto in guerra, il caporale Guglielmo Lanza spento dal piombo nemico sul S. Marco il 4 gennaio 1917.

Il Colombario del caporale Guglielmo Lanza

Ironia della sorte, fra i tanti ritagli di giornale, che ho avevo a suo tempo catalogato, tra quelli presenti nella rubrica “ Sul Campo” del quotidiano Il Lavoro, ho trovato anche una breve sul caporale Guglielmo Lanza. Apparteneva alla Croce Verde Genovese dove svolgeva la sua opera come capo squadra anziano. I consoci, in questa breve commemorazione, lo ricordarono, quando prima della guerra, istruiva alla spianata dell’Acquasola, le squadre di porta feriti. Morì combattendo sul Carso, sebbene avrebbe potuto far parte della Sanità militare, facoltà concessa ai militi della Croce Verde.

Foto di Guglielmo Lanza (Il Lavoro 1917)

Ma chi era invece Marguerite?

Ida Marguerite Dumas del la Pailleterie nee Feirrau

Una ragazza di Montmartre. piuttosto piccola, grassoccia, appetitosa, d’un certo talento drammatico, ce lo dice Ars, ovvero il redattore del Lavoro  Arturo Salucci, che spiega anche che lo scrittore la conobbe cercando la protagonista per il suo dramma “Teresa”, ruolo che poi le fu affidato.

Concludendo, come scrisse nel 1931 l’affezionato lettore, dunque vuol dire che i visitatori del sacro luogo, ancor oggi possono leggere l’epigrafe suddetta, dettata dal nostro Dumas.

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