Un uomo dal cuore grande, grande come una Cava

Fig. 1 – Il cimitero della Cava in una piantina del 1837

Joseph Bouillod è un commerciante francese che ha deciso di venire a Genova per lavoro. Ha dei conoscenti in città, ma ha bisogno di qualcuno che possa darle una mano a risollevarsi, dopo il fallimento della sua azienda in Corsica. La fortuna arriva in suo aiuto. Conosce Giuseppe Gruè, un suo compatriota che gli propone di andare con lui in Svizzera, per fare degli acquisti. Partono, fanno gli acquisti e Joseph si fa spedire, per risparmiare, la sua parte insieme a quella di Gruè a Genova. Merce acquistata ma non ancora pagata, tutto sulle credenziali del nostro Joseph. Una volta tornati nella città ligure, Bouillod si dirige presso il negozio del compagno di viaggio, “Casa Gruè”, per ritirare la sua mercanzia. Ma nulla è ancora arrivato. Niente nei giorni successivi. Poi con sorpresa, riceve una lettera dallo stesso Gruè che gli annuncia che ha fatto bancarotta. Di qui iniziano le brutte avventure giudiziarie per Bouillod.

C’è proprio da piangere. Basteranno tre ballotti di fazzoletti?

Fig. 2 – la versione italiana di “Persecutions d’un francais plaidant sous le gouvernement oligarchique de Genes en 1793”

Direttamente da quanto scrisse, in seguito nel suo libro, abbiamo il proseguo della vicenda. Siamo a Genova nel 1787, Bouillod viene informato dal commerciante Gruè che un negoziante svizzero, da parecchi anni a Genova, un certo Honnerlag, è incaricato di procura contro di lui per parte dei Negozianti Baviers di Coire, dai quali Joseph aveva ricevuto le mercanzie (tre ballotti di fazzoletti). Bouillod cerca Honnerlag e lo relaziona sulla vicenda. “Egli mi accoglie amichevolmente. Convinto colla lettura della mia corrispondenza della mia probità, e buona fede, mi offre i suoi servizi. Informa li suoi corrispondenti della perfidia di Gruè, e riceve da quello pien potere di agire contro di lui.” Honnerlag si complimenta con Joseph “Bravo straniero. Mi risponde, la vostra sincerità, la probità vostra, e la vostra integrità mi interessano. Mio caro, sono sempre stato l’amico dell’infelice oppresso, e l’inimico dichiarato degli uomini ingiusti, ed ingannatori.”

Fig. 3 – Una stampa tratta dal libro di Bouillod con l’autore a colloquio con Honnerlag

Da Malapaga al Palazzetto e poi a San Domenico

Fig. 4 – La chiesa e il convento di San Domenico

Bouillod però viene incastrato da Gruè e con la complicità di diverse persone finisce arrestato e portato nel carcere di Malapaga1. Dopo 2 anni e mezzo viene trasferito nel Palazzetto2. Ma anche qui dopo un lunga detenzione, non potendo rendere ragione di questa sua carcerazione, i suoi nemici lo devono rilasciare. Ma si tratta solo di un altro trasferimento, infatti per Bouillod viene pensato un altro modo di persecuzione. “Quando m’avvidi che ero sulla piazza di S. Domenico. La luna illuminava la facciata delle case, io scorgo al suo lume il Convento di S. Domenico”. Così troviamo Joseph nelle prigioni di S. Domenico – sede della Santa Inquisizione – accusato ora di inveire contro la chiesa e il Papa. Honnerlag da poco ritornato dalla Svizzera, superando l’ostacolo della religione, ottiene il permesso di visitarlo. Nel convento lo informa che ha depositato 118 zecchini per la sua liberazione, spiegando che “La vostra sanità, la vostra vita  mi sono più preziose che tutto l’oro, che il vostro trionfo mi farebbe entrare nella mia cassa.”  Ma Bouillod non accetta compromessi, non vuole darla vinta ai suoi nemici.

“Io debbo i miei giorni ad una sposa amabile, ai figli, ai quali sono necessario”

Fig. 5 – La sposa amabile, Anna Ursula Honnerlag

Anche Honnerlag aveva sperato in un giusto processo, ma vista la corruzione dei giudici, pensa che è meglio andare a chiudere in questo modo la vicenda. Honnerlag consiglia al povero commerciante di lasciare perdere e di trattare con il suo avversario, “Per me io vi dichiaro francamente, che io amo meglio impiegare  il mio denaro all’educazione della mia famiglia al mantenimento della mia casa, che nutrire l’avidità dei tribunali di Genova.” E aggiunge “Gli infami satelliti della polizia minacciano la mia vita. Sacrificherei la mia vita per voi, tale è il dovere della santa amicizia; ma un dovere più sacro me lo vieta; io debbo i miei giorni ad una sposa amabile, ai figli, ai quali sono necessario.”

Fig. 6 – La famiglia di John George Honnerlag

Ma chi era questo Honnerlag, commerciante svizzero?

Fig. 7 – La lapide come tributo di riconoscenza a Honnerlag, quale fondatore del cimitero della Cava

Sicuramente un bravo sposo e anche un bravo padre, come leggiamo nel libro di Bouillod. Un uomo che da grande valore all’amicizia, un uomo a cui non piacciono le ingiustizie, sia che esse abbiano origine dai poteri dello Stato, sia a causa della fede religiosa. Queste sue virtù ricordate nel libro di Bouillod, oggi le possiamo trovare o quanto meglio le possiamo leggere, nelle poche righe incise nella sua lapide a Staglieno. Esattamente nel terzo terrazzo del settore “Protestanti”, da poco accessibile grazie al contributo dell’Associazione “Per Staglieno” Onlus, che sta finendo di disboscare l’area.

Fig. 8 – La lapide di Honnerlag a Staglieno

TRIBUTE D’ESTIME ET DE RECONNAISSANCE / A LA MEMOIRE DE FEU / JEAN GEORGE HONNERLAG NE A TROGUE / FONDATEUR DE CE CIMITIERE

CI GÎT JEAN GEORGE HONNERLAG / CANTON D’ARPENZEL EN SUISSE LE 12 AVRIL 1743 / ET DECEDEE A GENES LE 13 JANVIER 1820 / BON EPOUX HOMME INTEGRE

In queste righe il sunto della sua vita:

FONDATEUR DE CE CIMITIERE  – Oltre alle sue qualità di sposo e padre, George Honnerlag a Genova è ricordato quale fondatore del cimitero della Cava. La scritta sulla lapide, “FONDATEUR DE CE CIMITIERE” presente sul muraglione di Staglieno è da riferirsi al cimitero della Cava.

A causa dell’intolleranza religiosa esistente in quei tempi, anche verso i luoghi delle sepolture, il 17 gennaio 1782 firmò un contratto di locazione annuale d’un terreno in riva al mare, nella località detta appunto della Cava, da adibirsi alla “sepoltura dei soli protestanti morti in città”. Tale terreno fu successivamente acquistato dagli Svizzeri il 9 ottobre del 1801. Nel 1882, il cimitero fu soppresso e il Municipio di Genova autorizzò il trasferimento a Staglieno. (tratto da: “A Compagna”).

Fig. 9 – Il cimitero della Cava – P.D. Cambiaso 1835  (Coll. Comune di Genova)
Fig. 10 – La zona della Cava in una cartina del 1755

BON EPOUX – “Io debbo i miei giorni ad una sposa amabile, ai figli, ai quali sono necessario”

HOMME INTEGRE – “Honnerlag è uno de’ primi Negozianti Svizzeri in Genova, il di lui aspetto ispira benevolenza. La proibità, e la giustizia sono dipinte sul suo volto, e scolpite nel fondo del di lui cuore”

Nella Fig. 6 sono presenti alcuni dei figli di Honnerlag, tra cui Anna Ursula che sposò Henry Fiers di Herrliberg, anche lei sepolta a Genova, accanto al padre.

PRES DE SON PERE ICI REPOSE ANNE URSULE FIERS HONNERLAG / NEE A GENES LE 17 OCTOBRE 1784 DECEDEE LE 18 AOUT 1855 / HONOREE ET PLEUREE PAR SES ENFANTS ET PETIT ENFANTS

Fig. 5 - La Camera di Commercio 1807
Fig. 11 – I componenti della Camera di Commercio a Genova nel 1807, tra cui George Honnerlag
  1. La Malapaga è una prigione in cui son detenuti i debitori. Non è lungi dal porto: basta essere debitore undici lire, e sedici soldi per esservi detenuto. (Nota presente nel libro di Bouillod)
  2. Questo luogo è una prigione, in cui veniva posto chi era prevenuto, o accusato di un delitto qualunque. (Nota presente nel libro di Bouillod)

Bibliografia

Bouillod, Joseph Persecutions d’un francais plaidant sous le gouvernement oligarchique de Genes en 1793, 1798, Nizza.

<http://www.acompagna.org/rivista/2015/4/p27.pdf>; in rete il 10 maggio 2017.

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