Quando si cambia “l’obiettivo” in corsa

Il brutto tempo a Genova ci porta a pensare a situazione pericolose, viste tutte le alluvioni che abbiamo conosciuto. Questa volta (martedì 5 novembre 2019) era il mare che dava segni di instabilità. Allora tutti in corso Italia a guardarlo, con paura e rispetto, io compreso. Una passeggiata a pochi metri dal mare a fotografare le onde, che hanno sempre un loro fascino. Dopo pochi scatti, con l’obiettivo puntato verso i schiumosi vortici marini, ho deciso di cambiare il mio obiettivo. Non quello della macchina fotografica, ma lo scopo per cui ero venuto a fotografare.

Ho deciso di cambiare il mio obiettivo dedicandomi a coloro che con macchine fotografiche o cellulari, scesi dalle loro macchine e moto, o arrivati sempicemente a piedi, cercavano di immortalare il mare agitato.

C’era chi si è ben organizzato con apposito cavalletto, chi per non perdere l’onda “più bella” non si toglie il casco.

Un unico obiettivo digitale sia per il cellulare sia per la macchina fotografica.

Chi imprime nella propria mente il moto delle onde,

chi preferisce stare seduto in spiaggia tra i rami portati dalle onde e una barca,

Al di là degli scogli tutti a fotografare,

altri passeggiano sul muretto, mentre dall’alto si continua a fotografare

Un selfie in questa occasione non può certo mancare e poi…

…uno sguardo se la foto è venuta con l’onda giusta.

Poi l’onda più minacciosa è in arrivo, uno sguardo veloce e…

…via dagli scogli, appena in salvo, mentre dietro l’onda prende la forma di uno sciame minaccoso,

anche due turisti francesi pensano che è meglio togliersi di lì.

Un’ultimo sguardo a Boccadasse e al terrazzino sospeso sul mare,

mentre calano le ombre sul borgo di Boccadasse

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