Erano i primi giugno del 1945 quando l’Amministrazione comunale decise di variare la toponomastica di alcune strade di Genova dando loro il nome di alcuni partigiani. La variazione riguardava solo quelle strade intitolate ai fascisti, ad imprese del regime e alle medaglie d’oro della guerra di Spagna. Nel quartiere della Foce la prima variazione approvata riguardò il viale Duca d’Aosta che prese il nome di viale delle Brigate Partigiane, raccogliendo così con una unica denominazione tutte le componenti partigiane. Giorni dopo l’ultimo tratto di corso Torino venne intitolato ad Alessandro RIMASSA, successivamente altre strade presero il nome di altri partigiani: via Orlando BIANCHI, passo Giuseppe CAVALLINO, via Luigi MASCHERPA e salita Francesco VIGNOLA.
Sono presenti anche alcune targhe in memoria di partigiani collocate nelle strade e piazze della Foce. In via Casaregis, 88r c’è una targa dove venne fucilato il due di dicembre del 1944 il diciottenne Ubaldo Roccatagliata e in piazza Palermo, sul muro della scuola elementare Barrili, quella di Renato Schiavon.
Questi invece i nomi dei partigiani che vivevano o operavano nel quartiere della Foce: Luigi DAGNINO “Pacifico”, Modesto DELLACASA “Bruno”, Giuseppe FOSSATI “Foce”, Armando PAGANO “Leone 2°”, Ester PARODI “Ester”(sorella di Orlando), Orlando PARODI “Polvere”, Giuseppe PASTORINO “Beppe”, Aldo SCHIZZANO “Zena o Genova” e Luigi Achille RIVA “Foce” che venne fucilato al Righi il 1° febbraio 1945.
Nelle ultime ricerche che ho fatto c’è da aggiungere a questa lista un altro nome. Infatti ultimamente ho trovato in un articolo del quotidiano “Il Lavoro Nuovo” del settembre del 1945 il nome di un altro partigiano che risiedeva alla Foce. Si tratta di Giorgio CROCE che abitava in piazza Paolo da Novi, 6. Il corpo fu riconosciuto successivamente dalla madre dopo che era stato sepolto nel cimitero di Laccio sotto il nome di “Partigiano ignoto”. Giorgio CROCE partigiano della formazione “Giustizia e Libertà” fu catturato e ucciso dai tedeschi nel dicembre del 1944 a Laccio.
Nel maggio del 1947 sul “Il Lavoro Nuovo” compare la notizia sul processo per la fucilazione di un partigiano in piazza Palermo. L’esecuzione del Partigiano “Marco” Leonardo SALVADORI avvenne nella notte del 7 aprile del 1945 dopo essere stato brutalmente pestato nella sede del deposito battaglione Mameli e in via S. Nazaro in Albaro, in una villa di una famiglia israelita allontanatasi da Genova, dove funzionava il Tribunale politico della guardia repubblichina. Se la notizia di quel periodo corrisponde a verità, relativamente al luogo della fucilazione, rimane il compito di apporre una targa in ricordo del partigiano Leonardo Salvadori.
La toponomastica della Foce con i nomi dei partigiani
Bibliografia
- Il quotidiano “Il Lavoro”
- Documentazione di Giuseppe Morabito