Raffaele De Ferrari, tre volte in giro per Genova

La giornata di ieri

“Per ricordare l’uomo che l’ha beneficiata si nobilmente, Genova sfoggiò ieri il suo sorriso più luminoso e più affascinante.” C’era lo splendore del suo mare e del suo cielo, la piazza era imbandierata.

Vi era pure un palco lungo trecento metri, coperto da una tenda a strisce bianche e rosse e di fronte al monumento a Raffaele De Ferrari un grande padiglione, ottagonale, di color granata con fiocchi e frange d’oro. Ai lati del monumento due aiuole con vasche piene d’acqua e una folla immensa in via Andrea Doria. “La strada nereggiava di gente, la gente si vedeva ammassata sulle alture di Granarolo, di Oregina”. Alla sera sempre un mare di folla ad ammirare tutta Genova illuminata, la città e il porto. Qui si riflettevano nelle sue acque le luci dei lampioni e degli scafi delle navi imbandierate a festa. Da Spezia era arrivata la corazzata Umberto, due incrociatori e una squadriglia di torpediniere. Anche dalle finestre dei palazzi privati e pubblici risplendevano le luci, nel Municipio c’erano anche globi tricolori a gas, tutto allietato da un sottofondo musicale grazie alle bande cittadine.

Ovviamente per la giornata di ieri si intende quella del 12 aprile 1896, il giorno dell’inaugurazione del monumento. Del racconto di quel pomeriggio, mi è particolarmente piaciuta una frase del cronista del Caffaro, che ha reso, in poche parole, la descrizione del gran numero di persone presenti ad assistere a quel evento: La strada nereggiava di gente.

Come nacque l’idea del monumento

Il Caffaro nel dicembre del 1875 riportò ai lettori che in una delle ultime sedute del Consiglio Comunale il commendatore Elena (assessore anziano) chiedeva che Genova doveva ricordare, ad eterna memoria, il grande regalo del Duca di Galliera (il dono dei 20 milioni donati a Genova per il suo porto) con un monumento. Si pensò a una colossale colonna di stile corinzio in granito di Baveno, da mettersi in piazza De Ferrari, si sarebbero così trovati nello stesso posto tre elementi riportanti il nome del Duca di Galliera: la piazza, il palazzo e il monumento. Però, per questioni di estetica e prospettiva,  si pensò di rinunciare all’idea.

Pochi giorni prima del 22 dicembre “La solenne manifestazione di gratitudine che la nostra cittadinanza fece ieri al Duca di Galliera riuscì imponente e commoventissima. Una folla immensa stipava le vie che dalla stazione di piazza Brignole mettono alla piazza Raffaele De Ferrari […]giunse alla stazione delle Brignole a sei ore e mezza  circa; […] salito in vettura in mezzo a molti cittadini che tenevano in mano torcie, il duca venne salutato da fragorosi ed entusiastici applausi dalla folla adunata nella piazza e nella via Serra.”

I festeggiamenti al Duca di Galliera (Illustrazione Italiana 1876)

Questa accoglienza entusiastica che i genovesi fecero al Duca Raffaele De Ferrari, aspettandolo sotto la pioggia, nel piazzale della stazione Brignole, non fu l’unica riconoscenza a lui indirizzata. Il 29 gennaio 1876 al Carlo Felice si diede una serata di gala in suo onore, da ogni parte d’Italia invece arrivarono congratulazioni: dagli italiani residenti a Parigi, da Costantinopoli, da Malta, dalle Americhe, da Piccardo il sindaco di Voltri, senza dimenticare la Camera e il Senato.

Il 26 novembre 1876, alle otto e mezza di sera, il portone del Palazzo di piazza De Ferrari venne chiuso a metà.  Raffaele De Ferrari lasciò questa vita a 73 anni.

Raffaele De Ferrari, duca di Galliera

Nella seduta del Consiglio Comunale del 9 febbraio 1877 si approva, con 25 voti favorevoli e 8 contrari, la proposta di erogare 300.000 lire per il monumento al Duca di Galliera.

Il 9 dicembre 1888 muore a Parigi la duchessa di Galliera, moglie di Raffaele De Ferrari.

Si incomincia

Con un atto del 29 marzo 1889 il municipio affida allo scultore Giulio Monteverde l’esecuzione dell’opera, e quest’ultimo si impegna di finire e collocare il monumento per il mese di luglio del 1892. Tutto per la somma di lire 300.000 e il posto dove verrà posizionato sarà quello che propose anche il quotidiano Il Cittadino, nell’area che si formerà dalla demolizione del bastione di S. Tommaso, tra i palazzi D’Oria e dell’Ammiragliato.

Giulio Monteverde in un disegno tratto dal Caffaro

Apprendiamo a novembre del 1891 dalla Gazzetta di Genova che per il monumento in questione il Monteverde vi sta lavorando alacremente. Doveva essere inaugurato per le Colombiane del ’92 come da accordi, ma gli anni passano e il cronista del Caffaro nel 1895 scrive che ha visto Monteverde andare in municipio e aggiunge, forse per prendere accordi per l’inaugurazione. Infatti “intorno al monumento coperto da una tela scura si son già tolte le lunghe e robuste antenne destinate a reggere le taglie per la messa a posto dei pesanti gruppi scultori.”

Il monumento su volere della Duchessa è allegorico ed è composto da tre figure, alto 5 metri e con il piedistallo si arriva a 22 metri. Si tratta della Munificenza, il Genio e il Commercio. Sopra sovrasta la Munificenza con una coppa piena d’oro nella sua mano sinistra, l’altra mano si poggia sulla spalla del Genio, un giovine alato che a sua volta indica al Commercio (nei panni di Mercurio) la via del mare. Si tratta di un gruppo di bronzo poggiante su di una base di granito roseo di Baveno.

Sullo specchio anteriore del granito si trova il ritratto del Duca, opera sempre del Monteverde, lo stemma di Genova in quello posteriore e ai fianchi due epigrafi dettate da Anton Giulio Barrili. In una si ha la bella descrizione di queste tre figure:

Al mare amico / onde il patrio commercio ebbe vita e fortuna / intese con sollecito cuore / la vasta munificenza / di Raffaele De Ferrari / duca di Galliera e Principe di Lucedio / ascoltando il genio felice / superando i celebrati esempi degli avi.

L’inaugurazione (XIX secolo)

Finalmente il Caffaro del 4 aprile 1896 annuncia che domenica 12 aprile, alle 14, si inaugurerà il monumento. Intanto si incominciano a costruire le tribune per le autorità e vengono predisposti alcuni fanali a gaz nei giardini che circondano il monumento. Doveva essere inaugurato per le Colombiadi, e dal 1894 la base si trovava già collocata, ma ora mancano alcuni dettagli, non ci sono le colonnine e le relative catene a circondarlo, ma è stata predisposta solo una misera aiuola! In quei giorni lo scultore Monteverde aveva appena portato a termine una altra statua, quella della duchessa di Galliera.

Per l’inaugurazione del monumento del duca di Galliera, quattro bande musicali suonarono dalle 19 e mezza alle 22 in diverse punti di Genova. La banda della “Società Musicale Operaia Genovese” si esibì in piazza De Ferrari, in piazza Fontane Marose c’era quella del 4° reggimento di fanteria, in piazza dell’Annunziata la banda di S. Zita, nel terrazzo dei Magazzini Generali la banda “Cristoforo Colombo”, infine la banda musicale di Voltri ebbe l’onore di suonare sul piazzale di fronte al monumento. Fra tutte le marce, valtzer, mazurke, sinfonie e minuetti c’era anche un marcia intitolata “Duca di Galliera”. In occasione della giornata i musei di Palazzo Bianco e Rosso furono aperti al pubblico gratuitamente.

Gli anni seguenti

Due giorni dopo l’inaugurazione il Caffaro avverte, sbagliando, che non esiste a tutt’oggi riproduzione fotografica del Monumento e quindi ne fa una descrizione : “Dove una volta sorgeva la chiesa dedicata al pescatore di Galilea, ottavo fra gli apostoli del Nazareno, ivi, via Carlo Alberto si allargava in uno spalto fronteggiante il Porto e racchiuso fra il palazzo dell’ex Ammiragliato ed i giardini Doria. Su quello spalto, riordinato all’uopo, volle, la Superba avesse a sorgere il Monumento che, riconoscente, consacra alla munificenza del Duca Ferrari di Galliera.” Il Caffaro aggiunge “Per effetto prospettico e di visuale la località prescelta poteva essere migliore, – ma avendolo voluto assolutamente al porto, le accidentalità topografiche della cinta portuale s’imposero”.

Il 30 maggio 1898 come riportato dal Cittadino si sta incominciando a collocare nell’ospedale di S. Andrea a Carignano il monumento alla duchessa di Galliera.

Nel consiglio comunale del 20 dicembre 1905, discutendo delle feste organizzate per la visita dei Reali a Genova, un consigliere si lamenta che nessuno si sia ricordato del duca di Galliera e dei suoi 20 milioni regalati per il porto. Viene proposto ed accettato dal sindaco di mettere una corona sul monumento l’anno seguente, in occasione del 30° anniversario del dono alla città. 

Il monumento a Principe nel 1911

Il primo spostamento (XX secolo)

foto tratta dalla “Rivista Municipale” del 1930
foto tratta dalla “Rivista Municipale” del 1930

foto tratta dalla “Rivista Municipale” del 1930
foto tratta dalla “Rivista Municipale” del 1930

Il 21 agosto del 1930 il monumento del duca di Galliera fu tolto dalla sua sede e messo sull’asse del viadotto che collegava piazza Principe con Ponte dei Mille, tutto in una giornata. Non fu smontato, ma spostato, con una tecnica usata in America. Per spostare le 160 tonnellate del monumento fu usato un piano di scorrimento composto da un strato di 10 centimetri di sabbia, tre strati di grosse travi e per ultimo uno strato di traversine di rovere. Il monumento fu imbrigliato e controventato così poté essere spostato con tranquillità, a tratti di 8/12 centimetri alla volta, e alla fine si trovò più in alto di 20 centimetri rispetto a prima e 16 metri più a ponente.

Il secondo spostamento (XX secolo)

Iniziano i lavori per la metropolitana e il monumento deve spostarsi. Finisce, per parecchi anni dimenticato in un deposito del Comune a Bolzaneto.

Il terzo spostamento (XXI secolo)

Tra gli anni trascorsi a riposare in orizzontale – suo malgrado in un deposito – anche depredato di alcune parti e quelli del suo restauro passano trent’anni. Ed ecco in queste foto di ottobre 2018 l’inizio della sua rinascita e in particolare in quella con i teli a coprire il monumento, sembra un déjà vu, un ritorno al 1895 quando il Caffaro scriveva “intorno al monumento coperto da una tela scura […]” .

Un mese dopo si finiscono gli ultime ritocchi e i ponteggi che lo avvolgono invece rimandano al 1930, quando un’altra struttura lo avvolgeva per proteggerlo nel suo spostamento.

Arriviamo al primo di marzo 2019, in fondo a via Corsica finisce il pellegrinaggio per Genova del monumento del Duca di Galliera.

Un piacevole ritorno al passato lo abbiamo in queste immagini che ho volutamente invecchiato, dove queste gentili signore in costume d’epoca, accompagnate da un austero signore, ci hanno fatto ricordare il passato affetto dei genovesi per quanto il Duca di Galliera fece per Genova.

Sarebbe stato bello che la Banda Musicale di Voltri – l’unica tra le quattro bande cittadine di allora ancora attiva – avesse potuto presenziare all’inaugurazione per la nuova collocazione del monumento, allietando anche in questa occasione i genovesi, come 123 anni fa fecero i loro colleghi.

La mano della Munificenza si poggia sulla spalla del Genio
Il Genio indica il porto al Commercio (nei panni di Mercurio)
I piedi alati di Mercurio

Qui finiscono gli eventi del monumento dedicato al Duca di Galliera, che attraverso tre secoli da quando fu innalzato, fu spostato tre volte. Raffaele De Ferrari stava a ponente, Maria Brignole Sale De Ferrai a levante, quasi a unire simbolicamente le grandi opere da loro finanziate, il lavoro portuale e la salvaguardia della salute, abbracciando così simbolicamente Genova. Ora i monumenti, ambedue a Carignano, sono 500 metri l’uno da altro, i duchi invece riposano nella cripta del Santuario della Madonna delle Grazie a Voltri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.